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York_2012
Eccoci qua! Per quest’anno abbiamo scelto York città dello Yorkshire antica contea dell’Inghilterra e soprattutto terra di famosissime birre!  Al nostro Birroviaggio partecipa Checco giovane di ottime speranze… soprattutto birrarie! Atterriamo a Leeds dove ci attende un Taxi che ci porta al nostro albergo a York, il Travelodge situato in Piccadilly lane. Appoggiati i bagagli attraversiamo la strada e raggiungiamo Fishergate dove per pranzo entriamo al Masons Arms. 
"A pub is for life, not just Friday night"
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Rygby's
The Nova Scotia
The Knights Templar
Masons Arms
The Poste House
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Il pub è molto curato con un bancone centrale e due sale laterali con tavolini e divanetti molto comodi su uno dei quali ci accomodiamo e mentre il fuoco del caminetto ci scalda, per accompagnare un ottimo Fish & Chips ci gustiamo una Black Sheep, una Newcastle Pioneer (4,2°) della Hadrian and BorderBrewery ed una CelticGlory; sarà perché è iniziata l’avventura, sarà perché sono le prime birre ma ci sembrano veramente ottime. Visto che è ancora presto facciamo due passi per digerire e poco più in là, precisamente in Fawcett Street, entriamo al “The WoolpackInn” dove troviamo una John Smith alla pompa (solitamente viene spinata in carboazoto) che, chiaramente, decidiamo di assaggiare buona ma non ci entusiasma. Usciti saliamo sul camminamento della cinta muraria che circonda la città scendiamo alla porta di Bootham Bar, nei pressi della Cattedrale, e da lì raggiungiamo una delle vie principali del centro “Stongate” dove, tra gli altri, si trova “The Yorkshire Terrier” uno dei tre pubs della York Brewery.
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The Yorkshire Terrier
Così proviamo un paio dei prodotti locali: la Ghost Ale (5,4°) dal colore rosso rubino ed un buon retrogusto tostato, e la Yorkshire Terrier (4,2°) dal colore dorato, cremosa il cui luppolo (Challenger) riempie gradevolmente il palato. Usciti proseguiamo fino a Minster Yard dove sorge la cattedrale di York, facciamo una passeggiata nell’adiacente Dean Park e, dato che d’improvviso si alza un forte vento ed il pallido sole non scalda molto, riprendiamo il nostro tour ed usciti dal parco    imbocchiamo  High  Petergate per entrare  al   “The Hole in the Wall” dove
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The.Hole.1
The Hole in the Wall
prendiamo una Mansfield una Wychmyst ed una OldThumper (5,6%) quest’ultima si guadagna una nota di merito: ottima bitter dall’aroma speziato, quasi piccante, ed un piccolo sentore di mele ottima! Attraversiamo la strada ed entriamo al “Exhibition” dove, oltre al bancone centrale avvolto da un’ampia sala ben arredata, ci sarebbe anche un bel beer garden, al quale non possiamo accedere dato che ha iniziato a piovere. Denis si prende una Texton, Checco una Doombar ed io una Timothy Taylor. Dobbiamo  velocemente  decidere  dove  andare a cena,
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The Exhibition
sono le 18 circa e qui le cucine dei pubs chiudono molto presto, e così Denis si scatena con il suo Kindle alla ricerca di un pub che chiuda la cucina un po’ più tardi. Deciso il posto per cenare, ci rilassiamo seduti ad un tavolo con una vetrata alle spalle da dove ogni tanto filtra qualche raggio di sole che ci riscalda la schiena. Visto che per il momento non piove, usciamo e sotto un cielo plumbeo ripassiamo sotto Bootham Bar e svoltiamo a sinistra in Marygate dove, come indicato dal cartello, dopo 100 yards al nr. 24 troviamo il “Minster Inn”. il pub non è un gran che
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The Minster Inn
ma è proprio un pub tipico inglese, entrati a destra si trova una sala con il banco e qualche sgabello mentre a sinistra c’è una saletta con le immancabili poltroncine e diversi giochi da tavolo. Malgrado il barman (che è praticamente un Emo di Zelig) non sia loquacissimo,  ci sentiamo comunque a nostro agio e senza indugi recuperati tre sgabelli ci attacchiamo al bancone ed ordiniamo un giro di Marston: per me e Checco una bitter per Denis una “Me Duck”. Mentre sorseggio la mia bitter faccio un giro nella saletta dei giochi dove trovo una giovane coppia, lei si beve una birra e lui fa la maglia! Mah proprio strani questi inglesi. Si è fatta ora di cena e così rientriamo verso il centro e torniamo al “The Hall in the Wall” dove per buttar giù al meglio delle “rumper steack”  beviamo una “Old Thumper”. Verso le 21  inizia la musica dal vivo, questa sera è di scena un ragazzo che suona e canta molto bene e visto che l’atmosfera è ottima decidiamo di fermarci ancora un pochino e per ingannare l’attesa ci gustiamo una “Pedigree”. Finito il concertino rientriamo all’albergo che, guarda caso, confina con un Wetherspoon così andiamo a farci l’ultima birra una “Yorkshire pride” della Acorn Brewery. Il giorno dopo ci alziamo sotto una fitta pioggia e con un discreto mal di testa. Malgrado il tempo decidiamo di affrontare ancora le mura della città ma la pioggia insistente e le sferzate del vento ci fanno ben presto desistere e così scendiamo nei pressi del Lendal Bridge attraversiamo il River Ouse ed arriviamo fino a Blossom Street dove entriamo a far colazione all’altro Wetherspoon di York il “Punch Bowl”. Ci prendiamo 3 traditional breakfast e mentre io e Checco l’accompagnamo con succo d’arancia e caffè, Denis “The Brave” si prende una pinta di “HullaBaloo”. Piove a dirotto e malgrado questo, prima di iniziare la visita alla York Brewery, ci incamminiamo verso Mickelgate ed  entriamo al “The Priory”. Dove riusciamo ad assaggiare una Golden Pippin della Skipton Brewery (3,9%) una delle tante birrerie dello Yorkshire. Purtroppo questa birra dal colore dorato che tanto ci aveva incuriosito, (l’avevamo notata spiando dalle finestre del Phoenix) probabilmente a causa della particolare varietà dei luppoli utilizzati, non soddisfa le nostre aspettative, così come il locale un po’ troppo freddo. Usciamo proseguiamo verso la porta di Mickelgate e poco prima giriamo a destra in Toft Green dove dopo circa 200 metri troviamo la York Brewery.  Sopra la   birreria   è    stato    ricavato un piccolo pub con
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The York Brewery
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adiacente una saletta con mobili, poltrone e divanetti piuttosto vintage ed un piccolo Brewery shop. Visto che compreso nel prezzo della visita ci sono due half pint, prima di iniziare assaggiamo un paio di prodotti partendo con una Guzzler una golden beer leggera (3,6%) equilibrata e fresca non molto amara. Per il secondo assaggio invece optiamo per una Constantine (3,9%) birra dal colore ramato con un ricco sapore di malto ed un finale rinfrescante. Terminata la visita (totalmente in inglese quindi non abbiamo capito molto) visto che non accenna a smettere di piovere ci accomodiamo nel salottino e ci dissetiamo un una Legacy (4%) che utilizza un luppolo americano di Mabton nello stato di Washington che ha un piacevole aroma di ribes nero. Usciamo dalla birreria e facciamo quattro passi   (sempre sotto la pioggia)   a  ridosso  del  fiume  e  troviamo  il “King’s Arms”
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The King's Arm
(da dove parte il percorso dei fantasmi di York). Qui non ci sono cask ale ma solamente Samuel Smith alla spina (un po’ fredda ma non male), mentre osserviamo il fiume dalla finestra con la pioggia che aumenta di intensità, ci cade l’occhio su una tabella che indica il livello che il fiume ha raggiunto nel pub durante le varie inondazioni dal 1700 ad oggi. Così, visto che si è fatto tardi, andiamo alla ricerca di qualcosa da mangiare e, risaliti dal fiume, ci dirigiamo verso il centro e precisamente al nr. 9 di Church Street dove varchiamo la soglia del Golden Lion. Qui  ceniamo  con un  ottimo   Hunters  Chicken  accompagnato da
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The Golden Lion
una Empress Ipa  una tradizionale ale inglese che utilizza un ottimo luppolo Golding che da un’amarezza forte e dei sapori di agrumi, per chiudere la serata ci fermiamo a guardare Chelsea-Barcellona assaporando una Farmers Bitter ed un ottima “Cascade Pale Ale”  (4,8%) della Saltaire Brewery. Una Ale di stile americano (utilizza infatti il luppolo Cascade) dal velato colore chiaro ramato fresca, amara e con spiccanti sentori di agrumi e, come dicono gli inglesi, “damn drinkable!”. Il giorno seguente iniziamo direttamente dal Wetherspoon sotto l’albergo e questa volta con la colazione ci prendiamo 3 Honkey Town Mild della Phoenix Brewery (per avere le birre dobbiamo aspettare le 9 in punto) perfetta per un’ottima colazione. Dato che piove poco facciamo un giro della cinta muraria fino a Monkgate per recarci ad una visita veloce alla Cattedrale. Dato che dobbiamo soddisfare anche i golosi (e non parlo solo di me) andiamo a prenderci un tea da Bettys la famosissima tea room di York (c’è pure una lunghissima fila per entrare). Ma ora dobbiamo lavorare ed imbocchiamo Goodramgate dove ci troviamo praticamente circondati dai pub! Visto che siamo Alpini e non si sfugge davanti    al nemico,  iniziamo  subito   a   combattere      partendo   dal   Royal   Oak
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The Royal Oak
Il pub è stupendo: il bancone a semicerchio dà su due sale, la prima dove ci piazziamo noi è bella ampia con la vetrata che dà sulla strada, dalla seconda, molto curata anche questa si può accedere ad una sala da pranzo addobbata con arazzi e vari quadri. Peccato che la cameriera non sorrida perché il pub è veramente bello; comunque questo non ci spaventa ed ordiniamo subito tre Theakston best bitter. Usciamo dal Royal Oak che si trova al nr.18  di Goodramgate, per entrare al nr.20 della stessa via al “The Golden Slipper” il cui nome  deriva dal fatto che un operaioun paio di secoli fa aveva trovato una ciabatta dorata in cantina. Qui Denis riprova con la Golden Pippin, Checco una Bomardier ed io prendo una Timothy Taylor che purtroppo è veramente cattiva. Anche questo pub rispecchia un po’ la struttura degli altri:  corridoio lungo sul cui lato destro ci due  sale una delle quali adibita alle freccette, sul versante sinistro c’è una sala collegata direttamente al bancone ed al termine altra saletta adibita a lettura nella quale ci accomodiamo per espletare l’operazione cartoline. Mandati i saluti a casa ci dirigiamo al pub più infestato d’Inghilterra (e a nostro avviso il migliore di York) che si trova sempre in Goodramgate “The Snickleway Inn”. All’ingresso,  oltre  al  solito bancone in legno,
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The Snickleway Inn
ci sono un paio di tavolini sotto una grande finestra e sulla destra una saletta con altri posti a sedere. Noi però prendiamo posto nella saletta sita alle spalle del bancone che ha tre tavolini ed un caminetto che và a mille ed una finestra che dà nel BeerGarden più piccolo d’Inghilterra (c’è praticamente spazio per un bicchiere ed un vaso di fiori!). Denis, assetato come al solito, parte subito con una Rooster prodotto della Yankee birreria locale (4,3%) mentre Checco va su una Sneck Lifter una strong ale della Jennings molto corposa ed amara ed io invece prendo una True Brew (4%) della Rudgate Brewery anche questa prodotto del luogo. Ordino anche qualcosa da mettere sotto i denti, non so cosa perché non riesco a capire bene il barman, sembra una focaccia con della carne di maiale dentro, di certo uno dei tanti fantasmi deve aver sabotato il microonde perché ce la servono ghiacciata! In attesa che si manifesti qualche spettro, dato che il locale ci ispira un sacco e abbiamo fatto amicizia con il barman ed un paio di avventori,  facciamo ancora un paio di giri: iniziamo con una sempre valida Golden Sheep della BlackSheep Brewery e ci congediamo con una Silver King della Yorkshire Brewery. Lasciato The Snickleway Inn approfittiamo del fatto che non piove e, passando per King’s Square proseguendo per Coliergate arriviamo in Fossgate dove si trova “The Blue Bell”      (altro   pub che  ci ha    veramente   entusiasmato),    molto   piccolo:
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The Blue Bell
corridoio strettissimo con due porte che si aprono su due salette molto piccole una davanti ed una dietro il bancone. Vista la mancanza di superficie la maggior parte degli avventori è in piedi e questo rende il locale ancora più bello e friendly. Malgrado le ridotte dimensioni del locale il bancone è ben fornito ben otto real ales alla pompa! Aggrediamo il bancone alle spalle ed appoggiati al piccolissimo davanzale iniziamo con una Farmer Blonde della Bratfield (4,3%). Nel frattempo si libera uno dei due tavolini della sale e così, comodamente seduti dinanzi al caminetto, assaggiamo un paio di prodotti della Goose Eye Brewery: una Black Moor Mild (4%) ed una Blue Bell ale (4,5%) quest’ultima fatta apposta per il locale. Very good!. Rientriamo un attimo in Piccadilly lane e mentre mandano me in albergo con la scusa di mettere giù gli ombrelli (incredibile ha smesso di piovere) i due si infilano nel Wetherspoon  dove ordinano (una anche per me) una Adnams. Usciti dal locale rientriamo in centro per cena passando per Tower Street dove ci fermiamo ad ammirare la Clifford Tower. Fatta la pausa cultura riprendiamo la strada e ripassiamo per la “Shambles” la famosa via dei macellai nella cui parallela, la “Colliergate” si trova un altro dei tre locali della York Brewery “The last drop inn” visto che è ora di cena ritorniamo in Goodramgate e precisamente al nr. 80 per entrare al “Old White Swan “ pub più moderno ed ampio degli altri. Questo fa parte, a livello di ristorante, della catena “Nicholson’s” e studiato a fondo il menu ci rinforziamo con delle gustose chicken salad e delle costolette di agnello e ci dissetiamo con una Japur (una IPA della Thornbridge 5,9%) una Hooky bitter ed una Leeds Pale della birreria di Leeds. Terminata la cena mi accordo di aver dimenticato al Wetherspoon il mio blocchetto degli appunti, così ritorniamo di corsa in zona Piccadilly e dato che lo ritrovo (con tanto di penna) sono costretto a pagar da bere e così attraversiamo la strada per entrare al nr. 2 di “Merchantgate”  al “The Red Lion”,  pub  davanti  al quale  ci  passavamo  ogni  volta che uscivamo o
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The Last Drop Inn
The Red Lion
arrivavamo in albergo. Non è un pub tipico, c’è infatti molta gioventù, musica alta e poca scelta di Ale; al banco ci sono due ragazze alquanto inesperte e le birre (delle Spike’s) sono servite abbastanza male. Non paghi usciamo e risalita “Fossgate” arriviamo in “Pavement” al “Golden Fleece”.Il locale ha due sale piuttosto grandi entrambe munite di bancone e Real Ales. La sala in fondo è praticamente occupata dalla gioventù locatale e così noi ci fermiamo nella prima dove esordiamo con un paio Flyng Scotsman della Caledonian ed una Black Bull Bitter della Theakston; nel frattempo un complessino inizia a suonare e Denis agguantati due cucchiai si butta in mezzo ed inizia a suonare. La serata prende vita e noi, con una Hobgoblin in mano, ci mettiamo a fare il coro! D'altronde, come recita il motto, tre amici, una birra e un complessino non hanno prezzo per tutto il resto c’è Master Card! Siamo così giunti all’ultimo giorno e, dato che non piove, facciamo l’intero giro della cinta muraria della città ed arriviamo fino alla stazione nei pressi della quale si trova il museo dei treni. Incuriositi entriamo a visitarlo e francamente ne vale veramente la pena. Usciti dal museo attraversiamo il Lendal Bridge e subito dopo a sinistra entriamo a farci una passeggiata per il Garden Museum dove tra i verdissimi prati si trovano le rovine di un’Abbazia diventate ormai dimora degli scoiattoli. Usciti dal giardino prendiamo la strada di fronte “Lendal Street” ed al termine della quale ad un angolo di Sant Helen’s Square si trova “The Lendal Cellars”. Decidiamo di entrare e
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The Lendal Cellars
pranzare, il locale è, come dice il nome, una cantina ben curata con le pareti e i soffitti ad arco ricoperte di mattoni a vista e due bei banchi di Real Ale. Qui troviamo la Green King Ipa. Finito il pranzo facciamo quattro passi per il centro per fare un po’ di acquisti. Verso le 16 rientriamo in albergo per preparare i bagagli, domani si parte alle 4!, e poi ci dirigiamo oltre Fishergate nei sobborghi della città fino ad arrivare in Bishop street dove si trova il miglior pub di York del 2009 “The Swan”. )  Praticamente si tratta di un corridoio dove a metà si trova il bar ed ai lati
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The Swan
due stanze collegate al bancone da due finestre, in fondo al corridoio si trova una porta che conduce al beer garden. Noi, chiaramente, prendiamo posto al banco dove con una pinta di “Saltaire Blonde” facciamo amicizia con gli abituè del locale persone simpatiche e cordiali che ci consigliano la prossima tappa “The Rook & Gaskill” ) in  Lawrence street. Pub  piuttosto  grande,  anche  questo dotato di beer
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The Rook & Gaskill
garden, con un bancone infinito ben 12 pompe diverse di Real Ale oltre a 5 spine di birra. Il barman ci dice che ha un giro incredibile e che cambia spessissimo tipo di birra prediligendo quelle locali e stagionali. Così ci consiglia tre prodotti del luogo: una “Drum Beat Bitter”, una  “Harvest Pale” (beer of Britain 2010) ed una “Kettle Drum”. Per cena ritorniamo al Mason’s Arms dove divoriamo un paio di ottime bistecche accompagnandole con una Black Sheep. The last Beer in York decidiamo di farcela al “Phoenix Inn” in “George Street” (anche questa di fronte al nostro albergo)    pub  piccolo   (anch’esso   dotato però di beer
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The Phoenix Inn
garden) ma tipico. Chiudiamo con una White Witch per Checco,  World Top Bitter per Denis ed una Tyneside Blonde per me. Ci sediamo a lato del bancone già nostalgici di una città che si è rivelata veramente bella, l’unico neo, oltre alle pessime condizioni climatiche, è che, malgrado i pub fossero i più infestati d’Inghilterra, non siamo riusciti a vedere neanche un fantasma…….o forse i veri fantasmi eravamo noi!
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